Venerdì 12 luglio si è conclusa l’edizione 2024 del Karawan Fest, il festival internazionale che da 12 anni è il punto di riferimento cinematografico per il quartiere romano di Tor Pignattara. Fedele al suo spirito interculturale e aperto a suggestioni narrative indipendenti, il festival ha portato in concorso otto lungometraggi e altrettanti corti, più due film fuori concorso in proiezione speciale (Gaza mon amour di Arab e Tarzan Nasser, C’è ancora domani di Paola Cortellesi).

Una festa di cinema, commedie e culture

Il pubblico della serata di chiusura del Karawan Fest 2024 (foto di Matias Biglieri)

Il motto di Karawan coglie alla perfezione lo spirito del festival: porta avanti un’idea di cinema che colma le distanze culturali, dando spazio a narrazioni (tragi)comiche che fanno leva su sentimenti universali. Che sia l’insoddisfazione di un adolescente in motocicletta (Horia), l’imbarazzo di una famiglia alle prese col troppo vitale cadavere del capofamiglia (Tentigo), l’astuzia di una guardia di sicurezza egiziana per arrivare in Europa (Voy! Voy! Voy!): è difficile non ritrovare in queste storie le nostre stesse fatiche quotidiane, la nostra stessa voglia di evasione.

La partecipazione di Torpignattara al Karawan è entusiasta, nonostante e a dispetto di un attacco razzista avvenuto nella stessa location del festival il giorno prima della sua apertura. Le comunità straniere più numerose del quartiere (da Bangladesh, Sri Lanka, Pakistan, Cina, Filippine, Marocco, Egitto, Tunisia, Eritrea, Mali, Somalia, Nigeria, Senegal, Polonia, Romania, Moldavia, Ucraina, Perù) hanno ottime probabilità di vedersi rappresentate sullo schermo del festival.

Ed è vero che Karawan è una festa: lo è per gli spettatori, lo è per chi lo organizza, lo è per registe e registi che si ritrovano nell’inusuale cornice del parco Sangalli coi loro film dalle storie produttive quasi altrettanto rocambolesche. Spesso si tratta di anteprime italiane di film che difficilmente verranno distribuiti in altro modo; un motivo in più per non lasciarseli scappare.

Tutti i premi assegnati al Karawan Fest 2024

Ana-Maria Comănescu al Karawan Fest 2024
Ana-Maria Comănescu, premiata per il miglior film con Horia (foto di Matias Biglieri)
Leesa Gazi al Karawan Fest 2024
Leesa Gazi vince il premio del pubblico con A house named Shahana (foto di Matias Biglieri)

Sezione lungometraggi

Miglior film: Horia di Ana-Maria Comănescu (Romania, 2023)

Innamorato di una ragazza che abita lontano e che non ha mai visto dal vivo, l’adolescente Horia parte in sella alla vecchia moto del padre per andare a trovarla. Sulla strada incontra Stela, una tredicenne sveglia, che affronterà con lui un viaggio pieno di ostacoli.

Premio del pubblico: A house named Shahana di Leesa Gazi (Bangladesh, 2023)

Gli zii di Dipa decidono che dovrà sposare un compaesano emigrato in Inghilterra, ma dopo un anno di matrimonio lei chiede il divorzio. Torna nel suo villaggio, nel Bangladesh rurale degli anni ‘90, e si ricostruisce gradualmente una vita autonoma studiando medicina.

Premio Nuove cittadinanze: Romana Maggiora Vergano per C’è ancora domani di Paola Cortellesi (Italia, 2023)

L’acclamato film di Paola Cortellesi (qui la recensione su FRAMED) è stato scelto per rappresentare l’Italia in concorso dai partecipanti a “Impariamo l’Italiano con il Cinema”, laboratori per l’insegnamento dell’italiano L2. Romana Maggiora Vergano riceve il premio per aver incarnato l’idea di una nuova cittadinanza, in cui la dignità e i diritti della persona sono alla base di una convivenza inclusiva e democratica.

Il video della giornata di chiusura del Karawan Fest 2024 (video di Gabriel Peres)

Sezione cortometraggi

Miglior cortometraggio: La notte di Martina Generali, Simone Pratola e Francesca Sofia Rosso (Italia, 2023)

La Notte di Antonio Vivaldi inspira un cortometraggio in cui Pulcinella tenta di entrare, non invitato, ad una festa vip durante il Carnevale di Venezia. La promessa di una serata da sogno si trasforma presto in un incubo visionario. Opera di diploma del CSC Animazione, sede Piemonte.

Premio speciale della giuria: Impossible Maladies di Stefano e Alice Tambellini (Italia, 2024)

La storia del dottor Rabarbaro e del suo assistente Tosse, che nel XVIII secolo viaggiano per curare malattie bizzarre in luoghi sperduti con i loro rimedi non convenzionali. L’animazione in stop-motion e le stampe settecentesche creano un immaginario felicemente peculiare.

Menzione: Akufeni di Stefano Pavolini e Lorenza Longhi (Italia, 2023)

Quattro amici anzianotti lasciano il campo da bocce per dedicarsi a un’attività ben più complessa: esibirsi come gruppo musicale a un festival per band emergenti. Rudi, sbrigativi e con qualche acciacco sul groppone, daranno vita a uno show indimenticabile.

Gli organizzatori e il pubblico di Karawan Fest (foto di Matias Biglieri)

Per approfondire

Il sito del Karawan Fest

La presentazione dell’edizione 2024 su FRAMED

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Michela Zedda
Capelli e occhiali fuori, sarcasmo e senso dell'assurdo dentro. La mia biografia non autorizzata insinua che abbia una laurea in cinema: non smentirò il fatto solo per fingere di essere all’altezza del contesto. Per nutrire i capelli uso il balsamo, per nutrire il senso dell’assurdo scrivo su FRAMED di comicità.