Andiamo a teatro. Ma non oggi. Torniamo indietro, spostando le lancette dell’orologio di 10, 20, 100 anni: è il 12 giugno 1923. Ci sediamo in una platea semibuia dove un’orchestra sinfonica accorda gli strumenti tra il chiacchiericcio degli ultimi londinesi che si attardano a prendere posto. Al podio un giovanissimo direttore d’orchestra: William Walton. Ha soli 21 anni.
Le luci si spengono, il silenzio si accomoda tra le poltrone di velluto rosso e l’orchestra inizia a suonare. È un allegretto incalzante quello della melodia Hornpipe. Una voce recita le parole della canzone, come se la melodia fosse stata costruita sulla poesia, ma non se ne vede il narratore. È una voce di donna che proviene da un megafono dietro le tende rosse. Ma certo, è Edith Sitwell, poeta.
Lo spettacolo continua in un susseguirsi di 21 componimenti poetici e 21 melodie. Al termine dell’esibizione, Walton ripone la sua bacchetta e si volta verso il pubblico. Un disastro. Il pubblico crede sia uno scherzo. La critica parla di succès de scandale e la stampa condanna l’opera.
L’omaggio della Filarmonica a Walton
Eppure, se riportiamo le lancette al presente, ovvero 100 anni dopo, la provocatoria Façade di William Walton è ancora un eterno pezzo di musica dai ritmi in controtendenza, in un mix di canzoni d’epoca, temi popolari e jazz. Giovedì 9 novembre al Teatro Argentina, alle ore 21, lo spettacolo inaugurerà la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana.
In collaborazione con la Fondazione William Walton e La Mortella, la Filarmonica celebra il centenario dell’opera e ricorda i quarant’anni dalla morte del compositore inglese affidandosi all’ironia e irriverenza di Claudio “Greg” Gregori e Carlotta Proietti, mentre la parte musicale è affidata al Syntax Ensemble diretto da Pasquale Corrado.
“Le poesie di Sitwell vengono musicate al di là di un filo narrativo unico, slegate le une dalle altre, nonostante qua e là ricompaiano dei personaggi, dei suggerimenti visivi, miniaturistici” racconta il direttore d’orchestra Corrado.
Ad impreziosire la serata sarà un’originale scenografia, con la proiezione dei 21 disegni inediti (uno per ogni poesia) realizzati per l’occasione da Greg, che nella sua poliedrica attività artistica è anche noto illustratore e fumettista. “La fantasia e la libertà delle poesie di Edith Sitwell mi hanno colpito molto”, spiega Claudio “Greg” Gregori. “I disegni che ho realizzato sono stati un’idea spontanea, rappresentano i 21 quadri e sono delle proiezioni di fruizione per il pubblico per entrare nell’atmosfera di ognuna delle scene. Sono proiezioni mutevoli, di quadro in quadro, come diverso è lo stile con cui mi sono approcciato”.
Una magia sinfonica tra recitazione, arte e musica che incanta oggi come allora.
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