Entergalactic è un prodotto discografico, è un visual album, una serie tv, no anzi, è un film, e che film! Per capire esattamente la natura di questo progetto occorre sapere solo due cose: 1. Kid Cudi aveva un esperimento in mente, 2. Netflix l’ha accolto e l’ha trasformato in qualcosa di grande, intergalattico.
Tra amore e trip psichedelici
Tutto parte dalla musica, in particolare dall’album Kid Cudi intitolato Man on the Moon: The End of Day (2009) in cui prima di tutto è inclusa la traccia che poi dà il titolo al nuovo progetto: Enter Galactic (Love Connection Part I), nata dopo un trip di funghi allucinogeni, come raccontato da Cudi a Rolling Stones in quello stesso anno.
È sufficiente dare anche solo un’occhiata alla cover di quell’album per captare già qualcosa di simile a Entergalactic: i colori prevalenti in quella luna, che sfuma dal viola all’arancione, si ripropongono con frequenza e con valore semantico nella storia raccontata su Netflix, identificando i due protagonisti della narrazione che, diciamolo subito, è una bellissima storia d’amore.
Per raccontarla, tuttavia, Cudi non dimentica come è nata e da cosa è nata l’idea. Non dimentica che il focus estetico rimane il suo trip allucinogeno. E in questo Netflix si dimostra ancora una volta l’unico luogo in cui è possibile sperimentare temi e argomenti che altrove non sarebbero benvenuti. L’intero film ha infatti continui riferimenti all’uso di droghe leggere. Segno questo anche di una maggiore apertura nell’opinione pubblica statunitense, sia dopo la legalizzazione del Thc in quasi due terzi degli Stati sia dopo la storica decisione del Presidente Biden di pochi giorni fa (la grazia concessa a centinaia di persone incarcerate per possesso di marijuana).
Musica, immagini, struttura
Tutto parte dalla musica, dicevamo, e nella musica ha il suo centro. Le 15 tracce dell’album uscito lo stesso giorno dello speciale su Netflix (30 settembre) sono necessarie e complementari allo sviluppo della trama. I brani fanno da commento alle immagini e, viceversa, le immagini sono lo sviluppo visuale di ciò che l’album racconta. Ma, appunto, cosa racconta?
Brevi capitoli, che inizialmente sarebbero dovuti essere gli episodi di una serie tv, costruiscono il percorso abbastanza classico di una storia d’amore: le premesse, l’incontro, l’idillio, la rottura e il riavvicinamento. Jabari, il protagonista, è uno street artist che riempie la città di New York di graffiti impertinenti del suo personaggio/alter ego Mr. Rager. Vi dice qualcosa? Se siete fan di Mescudi, ovvio che sì. Mr. Rager è un altro famosissimo brano del rapper (dall’album Man on the Moon II: The Legend of Mr. Rager, 2010) e sì, è una maschera dello stesso Kid Cudi. In un’intervista su Complex nel 2010 lo definì come “un certo stato mentale, uno davvero distruttivo, in cui mi trovavo e non pensavo chiaramente”.
In Entergalactic diventa invece uno strumento della sua creatività ma anche della sua ribellione contro le disfunzioni della società contemporanea e il razzismo sistemico. È qualcosa di profondamente radicato all’identità di Jabari, un’ombra – letteralmente – che lo segue e lo insegue, ma che è parte di lui e gli somiglia. Mr Rager è anche il motivo per cui Jabari improvvisamente si ritrova ricco e di successo, in un loft a Manhattan. Il suo personaggio diventerà un fumetto mainstream e questo cambierà la sua vita. Nel loft accanto, tuttavia, ci pensa di nuovo la musica a rivoluzionare tutto. La musica assordante in piena notte della festa di Meadow (Jessica Williams), fotografa di successo con cui scatterà immediatamente la scintilla.
Il loro incontro sembra quasi l’iconica scena di Big Fish (Tim Burton, 2004), quando il tempo e l’aria si fermano, come se a trattenere il respiro fosse l’intero universo insieme ai due che, guardandosi, si scoprono già innamorati. E questa non è nemmeno la citazione più ovvia che viene in mente guardando lo speciale Netflix. Ripreso in una scena, per esempio è Harry ti presento Sally, mentre i principali riferimenti per l’animazione sono I lost my body (Jérémy Clapin) e Spider-Man – Un nuovo universo.
L’animazione e il cast
È difficile scegliere un solo elemento in grado di identificare Entergalactic, perché come si è detto fino a qui, è un puzzle di diversi fattori. Ciò che cattura però l’attenzione all’istante è senza dubbio la scelta dell’animazione anziché del live action, soprattutto considerando che il grande cast mantiene le sembianze fisiche anche nella versione animata. Si riconoscono facilmente, infatti, oltre i protagonisti Kid Cudi (che figura con il suo vero nome Scott Mescudi) e Jessica Williams, anche Keith David, Timothée Chalamet, Ty Dolla Sign, Vanessa Hudgens, Laura Harrier e persino Macaulay Culkin.
Il lavoro dello studio di animazione DNEG Animation e del regista Fletcher Moules ha integrato diverse fasi, dallo storyboard al rendering in 3D. Un lavoro meticoloso, in cui è stata riprodotta fedelmente la mappa della città di New York (altra grande protagonista del film) e tutti i movimenti o microespressioni dei personaggi sono stati testati per somigliare il più possibile agli attori e alle attrici che hanno prestato loro le voci.
DNEG Animation figura, inoltre, come azienda co-produttrice insieme a un’altra importante mente dietro il progetto, Kenya Barris, che su Netflix aveva già presentato un altro lavoro sperimentale straordinario, il suo #BlackAF.
In breve
Entergalactic è un progetto personale e intimo – come testimonia anche la dedica finale al compianto amico Virgil Abloh – su cui Kid Cudi ha investito gli ultimi tre anni della sua carriera. È anche un progetto audio-visivo completo, che sperimenta con il formato, con le immagini e con la musica mentre offre al pubblico una storia d’amore credibile e dolce, a cui è semplice affezionarsi. Promosso a pieni voti. Disponibile su Netflix dal 30 settembre.
[Qui la playlist dell’album: Entergalactic]
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