Per la nostra rubrica dedicata agli incontri con artisti emergenti del panorama musicale italiano, parliamo oggi con Anna Soares: alcune essenziali domande per iniziare ad entrare nel suo mondo.
Chi è Anna Soares?
Anna Soares è figlia della luna crescente e di un personaggio di un libro. Una cantautrice, un’esploratrice, una curiosa, un’artista che ha sempre sentito il peso di essere tale.
In che contesto sociale e culturale nasci e cresci?
Nasco in una periferia non particolarmente degna di nota negli anni ’90, circondata da bruttezza e cose che non mi appassionavano. Gli stimoli che hanno caratterizzato la mia essenza sono arrivati con l’adolescenza. La musica, la scrittura, la filosofia e l’arte mi hanno investita senza che me ne rendessi conto, in modo violento e meraviglioso, e non sono mai più andate via.
Cosa immagini saresti stata se non fossi diventata una musicista?
Mi sarebbe piaciuto molto continuare i miei studi in Estetica Musicale e percorrere la strada accademica. Forse nella prossima vita riuscirò a diventare una bartender, che è un’altra cosa che amo molto.
Perché fai quello che fai? Da quale bisogno imprescindibile nasce la tua musica?
Se te lo sapessi spiegare con lucidità non scriverei canzoni. Però ci provo. Credo ci sia in ognuno di noi la necessità di svelarsi, raccontarsi, dispiegare nella realtà esterna quel che portiamo dentro. Ho scritto moltissimo nella mia vita: poesie, racconti, saggistica, due romanzi, lettere, blog, ma forse ho trovato un mio “centro” nella scrittura musicale (in modo più definitivo e definito delle altre) perché accostando la scrittura della parola a quella del suono, sento una maggiore completezza nel messaggio che voglio portare.
Quanto e in che modo il tuo stile musicale è legato a questo bisogno?
Moltissimo. La complessità di quel che voglio comunicare si interseca molto bene con l’universo della musica elettronica, nella quale la sperimentazione e il sound design divengono essi stessi quintessenza della cifra stilistica e del messaggio.
C’è qualche grande artista al/alla quale ti ispiri?
Ce ne sono moltissimi e sarebbe assurdo pensare di poterli citare tutti. Nell’ultimo periodo le mie più grandi fonti di ispirazione sono Lulu Rouge, Telefon Tel Aviv, Phaeleh, Synkro, Giorgia Angiuli e Trentemøller.
Qual è il brano nella Storia della musica che avresti voluto scrivere tu?
Pagan Poetry, di Björk.
Quale quello che ti vergogneresti di aver scritto?
Un brano qualsiasi di Ligabue.
Ascolta su Spotify il nuovo singolo di Anna Soares, Witch Lust
Anna Soares su Instagram: https://www.instagram.com/annasoaresmusic/
Domande a cura di Alessio Tommasoli.
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