Nell’episodio precedente abbiamo lasciato Loki alle prese con l’inseguimento della Variante fuggitiva. E adesso entriamo veramente nel vivo della serie. Il Dio degli Inganni si scontra con il suo alter ego, giungendo nella sede della TVA. Peccato che in quel momento giunga Ravonna (Gugu Mbatha-Raw), determinata a catturarli entrambi. Nella colluttazione Loki e la Variante, Sylvie (Sophia Di Martino), fuggono con un dispositivo di teletrasporto.
L’apocalisse e il destino di Loki
Loki e Sylvie giungono nel 2077, in un luogo dove è in corso un’apocalisse. Si trovano infatti su Lamentis, una luna destinata a scomparire a causa di uno scontro con un pianeta che arriverà di lì a poco. Certo, potrebbero teletrasportarsi di nuovo. Peccato che il dispositivo sia scarico e serva una fonte di energia particolarmente potente per ricaricarlo. I due decidono dunque di stabilire una tregua, in modo da potersi salvare. Si introducono quindi con l’inganno sul treno diretto verso l’Arca dell’evacuazione. Il mezzo, infatti, dovrebbe avere sufficiente energia per poter caricare il dispositivo, loro unica via di fuga.
Sul treno Loki e Sylvie hanno modo di conoscersi e confrontarsi. L’edonismo di Loki, come lui lo chiama, tuttavia, li espone all’attenzione dei passeggeri. Una volta riconosciuti come intrusi, i due vengono quindi scaraventati fuori dal treno in corsa e, apparentemente destinati a morire su Lamentis. Se non fosse che Loki ha una nuova idea: raggiungere direttamente l’Arca e fare in modo che riesca ad allontanarsi dalla luna. Ma anche in questo caso, il piano fallisce. Non prima però di averci immerso in una scena d’azione ad alta tensione, che si conclude su Loki sconvolto e Sylvie rassegnata a un destino tragico.
Sembrerebbe la fine, ma naturalmente non sarà così. Aspettiamo con il fiato sospeso il prossimo episodio per capire come i due riusciranno a cavarsela. D’altronde, due menti superiori troveranno una soluzione…O no?
Un episodio di pausa, per scoprire nuovi aspetti di Loki
Nel corso degli episodi precedenti abbiamo già avuto modo di scoprire di più su Loki e la sua personalità. E d’altronde era proprio questo che chiedevano molti fan del MCU. È ormai chiaro, infatti, che il Dio degli Inganni non è considerabile come un villain “standard”. Il suo è un percorso lungo e complesso, atto a rivelare una profonda umanità. Già in Thor -The Dark World avevamo avuto modo di comprendere quanto in realtà Loki fosse un personaggio disposto a qualunque cosa per chi ama. E quanto fosse fondamentale il legame con la madre Frigga. Anche se madre adottiva, è di fatto lei che lo ha cresciuto e soprattutto reso ciò che è, insegnandogli i suoi poteri.
Loki lo spiega ancora una volta, allo spettatore e a Sylvie, mostrando una piccola magia imparata da Frigga: quei piccoli fuochi d’artificio che sembrano danzare sul palmo della sua mano. Uno spettacolo unico che lo incantava da bambino, pensando di non essere in grado di fare altrettanto.
Questa piccola scena non può che conquistarci, perché si appella anche ai nostri ricordi atavici. Quante volte, da piccoli, ci sembravano impossibili e magiche le cose che facevano i nostri genitori? Quante volte li abbiamo osservati e ammirati alle prese con faccende quotidiane, come guidare un’auto? Cose che ci sembravano magiche, tanto erano lontane da noi.
Il secondo aspetto trattato in questa pausa è l’orientamento sessuale di Loki. Sul treno Sylvie fa una domanda riguardo le sue corteggiatrici, aspiranti principesse. Lui le risponde, non senza una malcelata soddisfazione, di aver avuto corteggiatori di entrambi i sessi. Ebbene, questa affermazione è stata al centro di numerose polemiche nel corso di questi giorni.
Molti infatti, hanno gridato all’eccesso di politically correct della Disney, che vuole inserire forzatamente tematiche LGBTQ+. A rigor del vero, però, non è l’episodio stesso a usare esplicitamente la parola bisessuale, ma è la regista Kate Herron, in un tweet. Il dialogo lo lascia intendere. E in ogni caso non sarebbe una forzatura, dal momento che è un aspetto perfettamente coerente con la mitologia norrena.
Nei miti, il Dio degli Inganni, per sua stessa natura, può assumere qualunque forma. E dal momento che è letteralmente gender fluid – cioè può assumere l’aspetto sia di uomo che di donna – è plausibile che abbia amanti di sesso diverso. Ciò che molti hanno visto come forzatura, aderisce invece alle premesse del personaggio di Loki. E non solo: adesso che è protagonista, perché non mostrare la sua vita sentimentale e sessuale? D’altronde, per anni abbiamo assistito con curiosità alle vicende di Wanda e Visione, all’interesse amoroso di Natasha Romanoff per Bruce Banner, alla storia fra Tony Stark e Pepper. Perché il personaggio di Loki non dovrebbe avere un aspetto sentimentale? Ciò non lo sminuirebbe, anzi, arricchirebbe la sua costruzione e la sua umanità.
What makes Loki a Loki?
Oltre a tutto questo, in generale, nel corso del dialogo fra i due comprendiamo anche che Loki e Sylvie hanno avuto una vita molto diversa. Motivo per cui le differenze fra i due personaggi sono profonde ed evidenti. Oltre ad avere un potere diverso, Sylvie ad esempio è molto più controllata di Loki. Quest’ultimo, infatti, è incapace di mantenere un profilo basso, si ubriaca, canta, attira continuamente l’attenzione, nutrendosene. Eppure non dimentichiamo che Sylvie è una Variante di Loki. Ma allora, come chiede lei stessa, cosa fa di Loki un Loki? Il quesito rimane aperto, così come il finale di questo episodio.
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